CALTAGIRONE
LA
CITTA'
Asse
principale di Caltagirone è la lunga via Roma che, tagliando in
due la città, arriva fino ai piedi dell'ormai famosa scalinata
di S. Maria del Monte, sua continuazione ideale. Lungo la via
si affacciano alcuni tra gli edifici più interessanti, con numerosi
esempi di decori in maiolica. Nel tratto iniziale appare, sulla
sinistra, la bella cinta della Villa comunale con il Teatrino.
Villa
Comunale - E' un bellissimo giardino disegnato verso la metà
del secolo scorso da Basile ed ispirato ai giardini inglesi. Il
lato che si affaccia su via Roma è delimitato da una balaustrata
ornata da vasi con inquietanti volti diavoleschi ai quali si alternano
pigne dal verde intenso e lampioncini dai sostegni in maiolica.
Il giardino si sviluppa in una serie di sentieri ombreggiati che
celano spazi più ampi abbelliti da opere in ceramica, statue,
fontane. Il più appariscente è senz'altro lo spiazzo con al centro
un delizioso palchetto della musica dalle forme arabeggianti ed
ornato da maioliche.
Museo
della Ceramica - Il Teatrino, singolare
costruzione settecentesca ornata di maioliche, ospita questo interessante
museo che permette di ripercorrere la storia della ceramica locale
dalla preistoria agli inizi del Novecento. Attraverso i manufatti
si scoprono l'evoluzione delle forme e delle decorazioni. La diffusione
e l'importanza della lavorazione dell'argilla è attestata da un
bel cratere del V sec. a.C, su cui sono raffigurati un vasaio
ed un giovane mentre lavorano al tornio.
Particolarmente ben rappresentato il XVII sec, con albarelli dalla
decorazione vivace, sui toni del giallo, del blu e del verde,
anfore e vasi con medaglioni a soggetto religioso o profano.
Poco oltre, sempre in via Roma, sulla destra si trova la bella
balconata di Casa Ventimiglia decorata dall'omonimo
maiolicaro calatino nel Settecento. Superato il Tondo Vecchio,
esedra in pietra e mattoni, ci si imbatte (a destra) nell'imponente
facciata di S. Francesco d'Assisi seguita dall'omonimo
ponte maiolicato, che immette nel cuore vero e proprio della città.
Oltre la chiesetta di S. Agata, sede della confraternita
dei maiolicari, si trova l'austero carcere borbonico.
Carcere
Borbonico - E' un edificio dalla mole imponente e squadrata
che il recente restauro ha valorizzato nuovamente. In pietra arenaria,
venne progettato alla fine del '700 dall'architetto siciliano
Natale Bonajuto ed adibito a carcere per circa un secolo. Attualmente
ospita al suo interno un piccolo museo civico che permette di
scoprirne anche le massicce strutture interne.
Museo
Civico - La visita inizia al 2° piano con una mostra permanente
di opere contemporanee in ceramica. In una sala è conservato il
fercolo di S. Giacomo in legno dorato ed argento (fine XVI sec.),
utilizzato fino aI 1966 per la processione del 25 luglio. Si notino
i volti delle cariatidi, dai tratti delicati. La 3° sala è dedicata
ai Vaccaro, due generazioni di pittori attivi nel XIX sec. Particolamente
belli lo stesicoro di Francesco e Bambina che prega di Mario.
Al 1° piano è ospitata la Pinacoteca che raccoglie opere di artisti
siciliani.
Piazza
Umberto I - Vi si affaccia il Duomo di S. Giuliano,
edificio barocco che ha subìto notevoli rimaneggiamenti, tra i
quali il più rilevante è la sostituzione della facciata agli inizi
del '900. Si giunge in vista dell'ormai famosa scala di S. Maria
del Monte, ai piedi della quale, sulla sinistra, si erge il Palazzo
Senatorio con alle spalle la Corte Capitaniale,
bell'esempio di edificio civile (1601) opera dei Gagini. A destra,
una scalinata permette di raggiungere la Chiesa del Gesù
con, all'interno, una Deposizione di Filippo Paladini (3° cappella
a sinistra). Alle spalle dell'edificio si trova la Chiesa
di S. Chiara, la cui elegante facciata è attribuita a
Rosario Gagliardi (XVIII sec.). Subito oltre, l'edificio
di inizio Novecento dell'Officina elettrica deve la facciata ad
Ernesto Basile,
Ritornare in piazza Umberto.
Scala
di S. Maria del Monte - La scala costituisce il punto di collegamento
tra la città vecchia (superiore), sede nel '600 del potere religioso,
e la parte nuova, ove invece erano raccolti gli edifici civili.
Ai due lati si estendono i due vecchi quartieri di S. Giorgio
e di S. Giacomo che racchiudono, nelle intricate viuzze, begli
edifici religiosi. I 142 gradini in lava sono decorati, sull'alzata,
da belle formelle in maiolica policroma che alternano motivi geometrici,
floreali, decorativi e ispirati al mondo animale in un succedersi
di reminiscenze arabe, normanne, spagnole, barocche e contemporanee.
Una volta l'anno la scala brilla di fiammelle colorate che formano
"quadri" ogni volta differenti: riccioli, volute, disegni floreali,
figure femminili, o il più ricorrente simbolo della città, un'aquila
con sul petto uno scudo crociato. Sono le notti di S. Giacomo,
il 24 e 25 luglio, quando migliaia di lumini racchiusi in involucri
rossi, gialli o verdi vengono disposti sulla scala ed accesi.
In cima alla scala. S. Maria del Monte, chiesa matrice,
sede antica del potere religioso. All'altare maggiore si trova
la Madonna di Conadomini, tavola del XIII sec.
I
quartieri di S. Giorgio e di S. Giacomo - Ai piedi della scala,
via L. Sturzo, sulla destra, è fiancheggiata da alcuni bei palazzi,
tra cui Palazzo della Magnolia (al n° 74), dall'esuberante
e ricca decorazione floreale in terracotta, opera di Enrico Vella.
Subito oltre si trovano le due chiese ottocentesche di S. Domenico
e del SS. Salvatore, al cui interno si trova il
Mausoleo di Don Luigi Sturzo ed una Madonna col Bambino di Antonello
Gagini. Alla fine di via Sturzo si giunge alla Chiesa di
S. Giorgio (XI-XIII sec.) ove è conservata la tavola del
Mistero della Trinità attribuita al fiammingo Roger
van der Weyden.
Il proseguimento ideale di via Sturzo, ma dalla parte opposta
rispetto alla scala, è via Vittorio Emanuele che conduce alla
Basilica dl S. Giacomo, patrono della città, al
cui interno si trova la cassa argentea che racchiude le reliquie
del santo, realizzata dai Gagini.
OLTRE
IL CENTRO
Una
passeggiata per i caratteristici quartieri che si nascondono dietro
le vie di grande scorrimento può riservare piacevoli ed inaspettate
sorprese quali, ad esempio, la facciata neogotica della Chiesa
di S. Pietro (nell'omonimo quartiere, a sud-est), decorata da
maioliche.
Chiesa
del Cappuccini - Situata ai confini orientali della città,
la chiesa conserva all'altare, una bella pala di Filippo Paladini
raffigurante il trasporto dall'Oriente all'Occidente della Madonna
dell'Odigitria portata a spalla da monaci basiliani. Lungo il
fianco sinistro dell'unica navata, la Deposizione di Fra'
Semplice da Verona, presenta un bel gioco prospettico. Contigua
alla chiesa, si trova la Pinacoteca che raccoglie dipinti dal
'500 ai nostri giorni. Da qui si ha accesso alla cripta ove si
trova un singolare presepe che riunisce i vari momenti della vita
di Gesù che vengono successivamente illuminati ed accompagnati
da frasi evangeliche. Le statuette sono state realizzate negli
anni '90 e sono opera di diversi artisti di Caltagirone.
STORIA
Caltagirone,
città della ceramica
- Tutto nasce dalla ricchezza di argilla della zona. La facilità
di reperire il materiale dà impulso alla lavorazione di manufatti
di terracotta, soprattutto vasellame, che serve a rifornire l'intera
regione. Questa diviene ben presto una delle principali attività
della cittadina. Dai modelli locali si passa a quelli di influsso
greco (quando si infittiscono i commerci) ed alla lavorazione,
più veloce e precisa, al tornio (sono i Cretesi ad introdurlo,
intorno al 1000 a.C.), fino all'arrivo degli Arabi (IX sec.).
Sono loro a modificare completamente la produzione. Introducono
motivi orientali, ma soprattutto la tecnica dell'invetriatura,
processo innovativo utile anche per rendere impermeabile l'oggetto.
Si sviluppa un'arte più raffinata, con bei decori geometrici,
stilizzati, tratti dal mondo vegetale ed animale. I colori dominanti
sono il blu, il verde ed il giallo. A testimonianza dell'importanza
della dominazione araba resta anche la radice musulmana del nome
della città che nell'ipotesi più intrigante significa Castello
o Rocca dei vasi.
Con la dominazione spagnola si modificano i gusti e le committenze.
La decorazione è adesso monocromatica (blu, bruna) a motivi floreali
o con stemmi nobiliari di famiglie ed ordini religiosi. La città
conosce un periodo di particolare floridità, grazie anche ad altre
attività della zona: la produzione di miele, qui particolarmente
abbondante, fa sì che i mielai siano tra i clienti più assidui
delle botteghe di vasai. Ai cannatari (da cannate, i boccali),
come erano generalmente chiamati gli artigiani della ceramica,
si aggiungono i quartari (da quartare, anfore che derivano il
nome dalla loro capacità, corrispondente a 12,5 litri, un quarto
di un barile). Riuniti in confraternite, gli artigiani aprono
le loro botteghe in una zona piuttosto estesa, a sud della città,
entro le mura. Oltre alla produzione di vasellame, a Caltagirone
si progettano anche rivestimenti per ornare cupole, facciate di
chiese, palazzi e pavimenti. Grandi artisti sono attivi tra il
Cinquecento ed il Settecento tra i quali i fratelli Gagini e Natale
Bonajuti. I decori sono gli stessi del vasellame: motivi geometrici,
floreali e stilizzati tra cui spicca la piccola palma persiana
di derivazione toscana (Montelupo). Nel XVII sec. si diffonde
anche una decorazione a medaglioni con figure umane ed effigi
di santi (tipici di tutta la produzione siciliana), mentre nel
secolo successivo vengono introdotti decori plastici che vanno
ad ornare le superfici dei vasi in ricche volute e ricami policromi.
L'Ottocento segna invece un periodo di decadenza ravvivato solo
dalla produzione di figure, spesso utilizzate come statuine da
presepe. La loro creazione vede impegnati, nella seconda parte
del secolo, le mani esperte dei Bongiovanni-Vaccaro.
TURISMO
Chi
arriva a Caltagirone non può lasciarsi sfuggire una presenza che
sembra accompagnare la città: la ceramica, che non solo troneggia
all'interno dei negozi in un'euforia di vasi, piatti, suppellettili,
ma abbellisce ponti, balaustre, facciate e balconi. E questo a
testimonianza di un'arte che, in questa zona, è antica quasi quanto
le origini della città.
Dove
acquistare
Innumerevoli sono i negozi di ceramiche che si allineano lungo
le vie del centro e costeggiano la Scala di S. Maria del Monte.
Chi volesse avere una panoramica della produzione locale, può
rivolgersi alla Mostra Mercato Permanente in via Vittorio Emanuele,
che riunisce i lavori di alcuni artigiani della città.
Dove
mangiare
Il ristorante La Scala, all'inizio della scala di S. Maria del
Monte sulla destra, è sistemato in un bel palazzo settecentesco
che a pianterreno possiede delle stanze ove scorrrono ancora oggi
delle acque sorgive che all'epoca erano l'equivalente dell'acqua
corrente.