MILITELLO
IN VAL DI CATANIA
Cittadina
barocca, deve la sua fortuna all'arrivo di Giovanna d'Austria
(1573-1630), nipote di Carlo V, che vi si trasferisce quando sposa
Francesco Branciforte e porta con sè la sete di cultura ed il
gusto del bello. Militello si trasforma in corte e vive il momento
del suo massimo splendore.
La cittadina è caratterizzata da molti palazzi e monumenti di
epoca barocca che si affacciano sulle vie del centro.
LA
CITTA'
Monastero
Benedettino - Piazza del Municipio. L'imponente complesso
(1614-1641), oggi sede del Comune, possiede una facciata decorata.
L'attigua chiesa è caratterizzata, nel prospetto, da un elemento
decorativo tipico del barocco militellese, il bugnato a graticcio
del finestrone. All'interno si possono ammirare l'Ultima Comunione
di S. Benedetto, tela di Sebastiano Conca (terza cappella a sinistra)
ed un bel coro ligneo con la raffigurazione dei Misteri e scene
della vita di S. Benedetto (1734).
Percorrere via Umberto, su cui si affaccia il settecentesco Palazzo
Reforgiato, fino a piazza Vittorio Emanuele.
Museo
di S. Nicolò - E' ospitato nelle cripte di sepoltura della
Chiesa Madre, edificata nel 1721. Il suggestivo allestimento evidenzia
il valore e la bellezza degli oggetti: una ricca collezione di
paramenti liturgici dei sec. XVII-XVIII, i tesori di alcune chiese
cittadine tra cui spiccano gli argenti della Chiesa di S. Maria
alla Catena, i gioielli, gli ex-voto ed il corredo liturgico di
S. Agata. Chiude la visita la Pinacoteca con la pala dell'Annunciazione
di Francesco Franzetto (1555), l'Attentato a S. Carlo Borromeo
del toscano Filippo Paladini (1612) caratterizzato dal luminismo
caravaggesco, e la dolce Immacolata di Vaccaro.
S.
Maria alla Catena - Questo oratorio venne riedificato nel
1652. L'interno presenta una bella decorazione a stucchi di artisti
di Acireale con scene dei Misteri Gaudiosi nel registro superiore
e statue di sante siciliane incorniciate da putti, festoni e cornucopie
in quello inferiore. A completare l'insieme, un bel soffitto ligneo
a cassettoni del 1661.
Imboccare, a sinistra, via Umberto. Superata la bella facciata
concava della Chiesa del SS. Sacramento al Circolo,
si giunge in piazza Maria SS. della Stella.
Maria
SS. della Stella - Edificata tra il 1722 ed il 1741, possiede
un bel portale incorniciato da colonne tortili. All'interno è
conservata una magnifica pala d'altare di Andrea della Robbia
in terracotta invetriata e raffigurante la Natività (1487). lI
Tesoro conserva una bella pala della fine del '400 raffigurante
momenti della vita di S. Pietro, opera del Maestro della Croce
di Piazza Armerina ed il Ritratto di Pietro Speciale, bassorilievo
di Francesco Laurana.
Sul lato della piazza che fiancheggia la chiesa si può ammirare
Palazzo Majorana, una delle poche testimonianze
di epoca cinquecentesca, con massicci cantonali a bugnato arricchiti
da leoni in pietra. Voltando dopo il palazzo a sinistra e subito
a destra si scorge la Chiesa di S. Maria la Vetere.
Chiesa
di S. Maria la Vetere - Crollata con il terremoto del 1693,
conserva solo la navata laterale destra (murata). La facciata,
con protiro cinquecentesco, ha un bel portale con bassorilievi
nella lunetta e compone un insieme suggestivo che si staglia in
splendida posizione sullo sfondo di una verdeggiante vallata,
al limitare della città. Risalendo e voltando poi a sinistra si
costeggiano i resti del Castello Branciforti (un
torrione circolare e tratti di mura)
e si giunge, superata la Porta della Terra, nella piazza della
Fontana della Ninfa Zizza che costituiva la corte
del castello. La fontana venne edificata nel 1607 per commemorare
l'apertura del primo acquedotto di Militello, promosso dal Branciforte.
Ripassando la Porta della Terra e voltando subito a sinistra,
si giunge alla Chiesa dei SS. Angeli Custodi dal
bel pavimento in maiolica di Caltagirone (1785).
DINTORNI
Mineo
- 17 km a ovest. Cittadina natale dello scrittore Luigi
Capuana (1839-1915) ed è stata identificata con l'antica Mene,
fondata dal re Ducezio. Passata Porta Adinolfo, settecentesco
ingresso alla città, contigua al collegio dei Gesuiti, si giunge
alla piazza principale su cui si affaccia la Chiesa del
Collegio. Lungo via Umberto I si giunge in piazza Agrippina
su cui si affaccia l'omonima chiesa, di origine quattrocentesca
(absidi). Nel punto più alto del paese, di fianco alla Chiesa
di S. Maria, si trovano i pochi resti del castello. Da qui si
gode di una bella vista su tutta la valle.
Scordia
- 10 km a est. E' caratterizzata da un impianto abitativo
ad assi perpendicolari con al centro il palazzo dei Branciforti,
signori della città nel XVII sec. Sulla centrale piazza Umberto
si affacciano palazzi signorili e la Chiesa di S. Rocco, dalla
facciata a salienti. La Chiesa di S. Maria Maggiore,
del XVIII sec, possiede un'interesante facciata a campanile.
Da Scordia è possibile proseguire per Palagonia senza entrare
in Militello in Val di Catania. La 5385 si snoda con un gradevole
percorso, offrendo piacevoli viste sui vasti agrumeti per cui
la zona va famosa e sulle Coste, piccole alture rocciose che la
costeggiano a sud.
Palagonia
- 15 km a nord-est. Fu probabilmente un importante centro
politico e religioso dei Siculi e si dice che gli Dei Palici,
da essi venerati, fossero nati dalle sulfuree acque ribollenti
del laghetto di Naftia, sulle sponde del quale sembra
si trovasse un tempio a loro dedicato. Oggi il laghetto non è
visibile in quanto i suoi gas sono sfruttati industrialmente.
Eremo
di S. Febronia - Percorrendo la 5385 da Palagonia in direzione
Catania, imboccare un bivio a destra per Contrada Croce. Dopo
4.5 Km. ad una curva a destra si vede alla propria sinistra una
mulattiera chiusa da una sbarra di ferro. In circa 15 minuti a
piedi si giunge all'edificio. Il suggestivo eremo prende il
nome da S. Febronia, soprannominata localmente a' Santuzza le
cui reliquie vengono portate ogni anno in processione fin qui
da Palagonia. Il piccolo eremo rupestre, di epoca bizantina (VII
sec.). presenta nell'abside un bell'affresco, sia pure deteriorato,
raffigurante Cristo fra la Madonna e un Angelo.
TURISMO
E
se dopo tanto girovagare...
... avete un certo appetito - La trattoria U' Trappitu
(il frantoio), in via P.pe Branciforti 125, è sistemata nei locali
di un frantoio del 1927 che grazie ad una ristrutturazione intelligente
ha mantenuto la struttura originaria, mentre l'arredamento contribuisce
a rendere suggestiva l'ambientazione: macine e presse per la spremitura
delle olive, "coffe" cioè recipienti circolari in fibra vegetale
in cui si raccoglieva la polpa dopo la prima spremitura e attrezzi
vari.
...o
siete solo golosi - Le ghiottonerie della cittadina sono le
cassatelline, dolci di pasta di mandorle, cioccolato e cannella,
i mastrazzuoli, dolci natalizi a base di mandorle cannella e vino
cotto, e la mostarda preparata con estratto di fico d'india bollito
con semola di grano o con mosto (la 2 o 3 domenica di ottobre
si celebra una Sagra della Mostarda).