I PARCHI E LE RISERVE NATURALI
Un
itinerario turistico della Sicilia può riguardare le
oasi verdi, le riserve naturali, i parchi, le aree protette
e quelli attrezzate presenti in tutta l'isola.
In
Sicilia si è visto un discreto incremento nella costituzione
di Riserve naturali orientate e di aree attrezzate soprattutto
dagli anni '60 ad oggi, cioè da quando è aumentato
l'interesse da parte dei Siciliani per le zone verdi e si è
giunti alla necessità di tutelare con gli adeguati strumenti
di legge le aree verdi che maggiormente attraggono per la loro
tipica suggestione e come esempio della vegetazione e del mondo
animale tipicamente isolani.
L'intervento
della Regione, del Corpo forestale e delle varie associazioni
ambientalistiche è stato dettato principalmente dalla
necessità di tutelare le aree verdi isolane, per sensibilizzare
l'attenzione e l'interesse dei visitatori nella dovuta tutela
di questa aree e soprattutto per proteggere questo raro quanto
necessario patrimonio della collettività.
L'orto
botanico palermitano
è un vero polmone verde cittadino dove si ha l'alternanza
di varie specie di piante ma anche rappresentazioni artistiche
come i busti dedicati a personaggi storici. L'orto botanico
si estende per 10 ettari e la sua struttura, come gli edifici
presenti adibiti alla sperimentazione, furono progettati dall'architetto
francese Dufourny. Al suo interno si trovano innumerevoli specie
vegetali, a partire da quelle orientali come i bambù
e le sudamericane chorisie, tanto per citare quelle poco comuni
in Sicilia.
La
riserva naturale Grotta di Entella offre uno spettacolo
particolare dato dalla fusione tra il paesaggio naturale ed
un lago artificiale creato dalla diga Garcia che interferisce
con il corso naturale del fiume Belice sinistro.
La
riserva naturale che ricade nel territorio comunale di Contessa
Entellina, quindi nel territorio provinciale palermitano,
offre uno spazio naturale al passaggio di numerosi sciami di
uccelli migratori. La vicinanza con altri due centri di notevole
interesse storico come il sito archeologico dell'antica città
di Elima e la stessa città di Entellina con le sue forti
tradizioni etniche albanesi rende maggiore l'impulso turistico
e culturale della zona.
La
Grotta di Entella è costituita da un complesso di rocce
con andamento ondulato ed è arricchita dalla presenza
di una vegetazione naturale che ha resistito al passaggio umano
e caratterizzata da graminacee come l'ampelodesma e la vegetazione
rupicola adatta agli strati gassosi della parete rocciosa che
offre un habitat alla nidificazione di varie specie di uccelli
come il falco pellegrino. La riserva naturale è tutelata
dalla legge che la inserisce nel piano regionale "Parchi
e Riserve Naturali" ed è anche sottoposta a vincolo
archeologico, data la presenza dei resti della città
elima di Entella.
Un'altra
riserva naturale rientrante nel territorio provinciale di Palermo
è costituita dall'Isola
delle Femmine, un'isola distante circa 15 km da Palermo
e caratterizzata da una vegetazione florida per quasi tutto
l'anno. In essa la presenza dell'uomo è attestata in
maniera certa grazie al ritrovamento dai resti di sette vasche
per la preparazione del garum, una ricercata salsa a base di
pesce, e risalenti all'epoca ellenica, ai resti di anfore puniche
e romane.
Tra
gli altri reperti archeologici che arricchiscono con un valore
storico l'isola abbiamo una antica torre risalente al XVI secolo
ed utilizzata come baluardo difensivo costiero da opporre agli
attacchi dei pirati. Il patrimonio vegetale dell'isola costituito
da leguminose, graminacee e composite costituisce un vero e
proprio patrimonio naturale arricchito dal sempreverde lentisco
e da una fitta vegetazione erbacea che offre un bello spettacolo
durante il periodo della fioritura.
Tra
le varie piante presenti nell'isola, protette dall'attacco dell'uomo
grazie all'istituzione della riserva, ricordiamo i fiori Nigella,
la pianta cespugliosa del giunco, i fiori a forma di stella
della Romulea, l'iris. Tutto ciò è arricchito
notevolmente da una avifauna notevole, tutelata dall'isolamento
caratteristico dell'isola e dal potenziale alimentare, fattori
che favoriscono la nidificazione e la sosta degli uccelli migratori.
Tra
le specie animali presenti nell'isola ricordiamo il gabbiano
reale mediterraneo, la cappellacia, l'airone cenerino ed il
piùraro airone rosso, la beccaccia di mare, la gallinella
d'acqua, l'airone bianco maggiore e l'acchiotto.
La
riserva Sugherata si estende per quasi 3.000 ettari vicino
il comune di Niscemi,
in provincia di Caltanissetta. La riserva è un vero polmone
verde costituito da un bosco di lecci, delle piante sempreverdi
simili a querce, alla macchia mediterranea di arbusti sempreverdi
da un'altra tipica boscaglia mediterranea costituita da arbusti
sempreverdi, la gariga.
La
riserva naturale orientata "Monte Pellegrino",
rientrante nella provincia di Palermo ed affidata alla Associazione
Nazionale Rangers D'Italia, ospita circa mille specie di piante,
a partire da quelle endemiche e circa la metà delle specie
isolane di mammiferi, nonché alcune specie di uccelli
migratori ed una colonia di rettili. Il Monte Pellegrino, un
massiccio carbonatico di età oscillante dal Cretaceo
al Paleogene, offre grazie alla sua conformazione a fortezza
un ottimo rifugio per la fauna paleontologica isolana, la vegetazione
rupestre e le boscaglie di leccio.
Si
ipotizza che il monte sia stato frequentato sin dall'antichità
grazie agli innumerevoli ritrovamenti fatti, come i graffiti
paleolitici della Grotta Niscemi, quelli della grotta
delle Incisioni e della Grotta dei Bovidi, i resti dei
nuclei stanziali risalenti all'eneolitico e numerosi reperti
come orci e vasellami oggi custoditi al Museo Archeologico Palermitano.
Il nome gli fu dato dai romani, che lo trovarono impervio -
"Peregrinus" = ostile -, ed esso interessò
anche la tradizione cristiana che risale fino al VII secolo
D.C..
All'interno
della riserva troviamo il Parco della Favorita, nato
come riserva reale di caccia all'epoca di Ferdinando III Borbone
che si rifugiò in queste zone dove creò una sua
residenza ed un parco di circa 400 ettari ricavato annettendo
parte dei feudi vicini e caratterizzato da una struttura viaria
costituita da viali alberati alternati con luoghi di sosta,
fontane, piazze e obelischi. Tra i siti più affascinanti
della riserva ricordiamo La Valle del Porco dove si può
ammirare la vegetazione rupestre caratterizzata dal garofano
e cavolo rupestri, dall'erba perla e dalla palma nana; la boscaglia
del leccio costituita dal leccio stesso, dal lentisco, dal terebinto,
dal corbezzolo e dall'alaterno trova la sua massima espressione
nel bosco di S. Pantaleo, vicino l'omonimo anfiteatro. La fauna
locale è costituita da rapaci come la poiana ed il falco
pellegrino, predatori come la volpe, uccelli come il saltimpalo
e l'occhiotto.
La
riserva del lago Biviere di Gela -Cl- offre un altro
esempio della biodiversità isolana caratterizzata dalla
presenza di piante sommerse e ripariali come lo scirpo, le multiformi
e primaverili orchidee, la rara ginestra bianca ed il fiordaliso
delle spiagge. La riserva naturale, un paradiso per naturalisti
e birdwatchers, offre anche la possibilità di osservare
svariate specie di uccelli, a partire dalle anatre come il Moriglione
o il Fischione, come i migratori Marzaiola e Cordone, l'airone
cenerino ed altre specie di uccelli come la garzetta ed il nitticore.
Anche i mammiferi come la volpe e la donnola ed i rapaci come
il falco della palude sono presenti nella zona.
La
grotta Conza, ubicata nel territorio comunale di Palermo,
è stata tutelata come Riserva Naturale Integrale per
garantire e trasmettere come valore naturalistico e culturale
i suoi tratti geologici, speleogenetici e morfologici.
La riserva comprende un territorio di circa quattro ettari suddiviso
in una area di riserva integrale riguardante la cavità
e dove sono permesse solo le attività scientifiche e
delle visite della grotta attuate previa autorizzazione dell'Ente
Gestore, ed un'area di preriserva per tutelare il territorio
circostante e dove sono attuate delle attività silvopastorali,
gestite in modo da non danneggiare il patrimonio naturale.
Anche
per questa riserva valgono le indicazioni date per le altre,
cioè al suo interno si può ammirare la tipica
foresta mediterranea dalla forte dominanza del carrubo, dell'olivastro
e della palma nana, la vegetazione rupestre che nasce spontaneamente
e che è costituita ad esempio dal cappero, dal timo,
dal garofano di montagna, dal ficodindia. Tra le altre espressioni
vegetative abbiamo quelle del frassino. La riserva ha un notevole
valore geologico grazie alla presenza di rocce carbonatiche
calcaree e la grotta, molto estesa, si presenta con un antro
iniziale di forma semiellittica per poi continuare con altri
ambienti, un reticolo di cunicoli percorribili solo da esperti
speleologi ed un'area vicino al soffitto dove si possono ammirare
i nidi dell'avifauna presente. Grazie alle notevoli dimensioni
dell'ingresso che consente alla luce di penetrare per quasi
la totalità della grotta, la flora e la fauna sono abbastanza
sviluppate e sono composte, ad esempio, dalla volpe che vi si
inserisce nel suo periodo riproduttivo e dall'istrice.
L'oasi
LIPU del lago di Montallegro, in provincia di Agrigento,
si estende per una superficie totale di 500.000 mtq ed è
un importante punto di sosta e di nidificazione per numerosi
uccelli migratori e passeriformi come l'usignolo di fiume ed
altre specie come il già citato e raro airone rosso e
la rara tartaruga palustre europea, il mignattaio, lo svasso
maggiore ed il cormorano. L'oasi non offre una altrettanta ricca
vegetazione, quindi diventa una vera attrazione soprattutto
per gli amanti di birdwatching.
Un'altra
riserva è quella del fiume Platani e Capo Bianco,
sempre in provincia di Agrigento, una riserva naturale gestita
dal Corpo Forestale e composta da un promontorio roccioso, da
lunghe spiagge e da un fiume. Il promontorio divenne la sede
di colonie greche, quelle di Heraclea Minoa, oggi interessante
parco archeologico. Il fascino della zona, quindi è dato
dalla presenza di un bosco costiero costituito da eucalipti,
ginestra bianca, pini, ma anche da un sottobosco notevole e
dal sito archeologico formato dal teatro, parte della agorà
e del nucleo abitativo principale e del quale si parlerà
accuratamente nell'itinerario riguardante i siti archeologici
isolani.
La
riserva Grotta di Santa Ninfa, attigua all'omonimo paese
in provincia di Trapani, è di particolare interesse per
lo studio dell'idrografia del posto, per la speleogenesi.
La
riserva naturale regionale Torre Salsa parte dal Monte
Stella, ad est di Siculiana Marittima -Ag-, e comprende la foce
del fiume Salso, nonché una spiaggia sabbiosa lunga circa
cinque metri. Tale riserva ha la sua importanza per l'ecoturismo,
vista la presenza di un tratto di costa incontaminata, da una
notevole varietà di rocce nelle quali rientrano quelli
formati dai depositi della Serie Gessoso-Solfiera e dalla vegetazione
dunale antistante il tratto marittimo [costituita, ad esempio,
dallo sparto pungente, dal giglio marino e dalla santolina delle
spiagge] e da quella interna costituita dalla macchia mediterranea
sempreverde [costituita, ad esempio, dalla palma nana, dal rosmarino
e timo selvatici, dal ginepro fenicio,dall'erica e dall'orchidea
selvatica]. Vicino il torrente si trova la vegetazione idrofila
costituita, ad esempio, dal giunco pungente e dalla cannuccia
di palude. Anche la fauna della zona è molto ricca, a
partire, ad esempio, dalle tartarughe marine che sfruttano la
spiaggia per l'ovodeposizione.
Il
grande parco dell'Etna offre innumerevoli spunti visivi
interessanti, a partire dalla Valle del Bove, dai crateri sommitali,
dai "dicchi" vulcanici.
Ogni angolo della zona offre vari punti interessanti per gli
amanti della fotografia, a partire da Bocca Nuova, il Monte
Zoccolaro, i Monti Silvestri, il Monte Nunziata. C'è
poi una ricca vegetazione formata, ad esempio, dal Bosco di
Serra la Nave e la Pineta di Linguaglossa. La bellezza del luogo
è poi arricchita da grotte di scorrimento lavico, come
la Grotta delle Vanette.
Il vulcano Etna e' sempre stato e sempre sara' un simbolo per
tutta la Sicilia. Esso comincio' a formarsi circa cinquecentomila
anni fa e nel corso dei millenni ha superato i 3.000 metri d'altezza.
Ad ogni diversa altitudine, esso presenta una diversa vagetazione:
a circa 1.500 metri di quota si possono ammirare, nel versante
occidentale, boscaglie di leccio e pistacchi, frutto della colonizzazione
agricola, mentre nel versante orientale, ad una altitudine lievemente
inferiore, si trovano roverelle, quercie, frassini, carpini
neri e castagneti.
Ad una altitudine maggiore si trovano i resti di antichi boschi
in gran parte sostituiti da pascoli e distese di ginestre. Ancora
piu' in alto si trovano delle piantine endemiche.
Il
bosco di Santo Pietro si trova nei pressi di Caltagirone,
in provincia di Catania, e precisamente sul versante meridionale
dei Monti Erei. La bellezza della zona verde e' data innanzitutto
dalla ricchissima flora costituita da oltre 300 specie vegetali
tra cui spiccano principalmenta la sugherata, la lecceta e la
gariga (prevede la forte presenza locale di rosmarino, timo,
erica, lentisco).
Successivo ed interessante aspetto del bosco e' l'altrettanto
ricca fauna. Qui le specie animali presenti e registrate sono
quasi 100, in buona parte volatili come gli stanziali occhiocotto,
la ghiandaia ed il picchio rosso maggiore, i nidificatori estivi
come il gruccione ed il rigogolo e gli uccelli migratori.
Da non dimenticare, infine, la possibilita' di effettuare degli
itinerari verdi, come quello che conduce alla Cava Cannizzolo,
alla Cava Vaccarizzo e alla Cava Imboscata. La localita' in
questione e' interessante anche dal punto di vista storico:
la prima testimonianza storica che la riguarda risale al 1160
quando il normanno Ruggero D'Altavilla la concesse ai caltagironesi.
La
Riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco salvaguardia
una grande distesa di ricchezze botaniche, storiche e faunistiche
dalla minaccia della espansione urbana ed industriale incontrollata.
Si hanno cenni storici importanti che testimoniano che le saline
erano già proprietà del demanio statale sotto
il dominio di Federico di Svevia, mentre con l'avvento della
supremazia aragonese esse ritornano di proprietà privata.
Nel corso degli anni le saline hanno visto anche periodi di
svalutazione, mentre in epoca recente esse stanno avendo un
periodo di rinascita. La lavorazione del sale marino, le cui
proprietà importanti per la salute umana sono state recentemente
rivalutate, sono presenti anche nel Museo del Sale presente
nella riserva. Il posto è anche una buona zona di sosta
per gli uccelli migratori. La vegetazione della zona, altamente
limitante per le sue particolarità, è caratterizzata
soprattutto da piante alofile.
La
Valle del Sosio, gestita e protetta dall'Ispettorato
forestale di Agrigento, offre senza ombra di dubbio innumerevoli
punti d'interesse, a partire dalla superficie boschiva costituita
in gran parte da lecceti ed arricchita dalla presenza isolata
di noci e corbezzoli e dalla presenza della fioritura primaverile
di orchidee, peonie, anemoni e peri selvatici, dalla vasta gola
in cui scorre l'omonimo fiume, dai giacimenti fossiliferi più
antichi della Sicilia che risalgono a 200 milioni di anni fa.
Di questi giacimenti restano ormai poche tracce che testimoniano
la presenza di cinque blocchi calcarei dei quali restano oggi
visibili la "Pietra di Salomone" e "La Rocca
di San Benedetto". I resti fossili più interessanti
sono conservati nel Museo Geologico Gemellaro di Palermo.
Vendicari
è un altro esempio di Riserva Naturale e di luogo di
sosta per la avifauna migratoria. Tale riserva è quella
più meridionale d'Italia ed anche al secondo posto per
il periodo della sua creazione e si trova nel territorio provinciale
siracusano. Il territorio è diviso in tre grandi pantani,
il Piccolo, il Grande ed il Roveto. Ci sono poi altri collegamenti
con il mare aperto, cosa che crea la variabilità nelle
concentrazioni saline e nel livello dell'acqua degli stagni
presenti nella zona. Un'altra caratteristica della zona è
la località Calamosche, a nord, dove si ha una
costa rocciosa con fondali ricchi di forme di vita. Tutta l'area
ha una ricca vegetazione caratterizzata dalla forte presenza
di vegetali alofili, cioè adattabili alla presenza del
sale, presenti nelle coste e formati, ad esempio, dal finocchio
di mare e dalla cicoria spinosa; c'è poi la vegetazione
dunale tipica delle coste sabbiose costituita ad esempio dal
ginepro coccolone; la vegetazione della costa rocciosa è
formata, ad esempio, dal timo e dalla palma nana. Tra gli altri
esempi di vegetazione occorre poi citare l'estesa macchia mediterranea
costituita dal lentisco, dall'oleastro ed il mirto e la vegetazione
palustre ripariale, composta ad esempio dal giunco di palude.
Anche
la fauna locale è altrettanto ricca e composta, ad esempio,
dalla gallinella d'acqua ed il fraticello, dai migratori come
la pettegola. La bellezza del sito naturale aumenta grazie alla
storia del posto: si presume che esso sia stato un porto per
i fenici e successivamente della città di Noto; la zona
ha dei reperti archeologici interessanti a partire dalla necropoli
e dalla chiesetta detta della Trigona, presenti nella Cittadella
Dei Maccari e di epoca bizantina e lo stabilimento per la lavorazione
del pesce di epoca ellenistica. C'è poi la Torre Sveva,
vicino la citata tonnara, e con funzioni di guardia per i carichi
di grano in partenza dall'adiacente porto, torre a forma quadrangolare,
denominata anche Castello di Vendicari.
In
provincia di Trapani, nella media-bassa valle del fiume Belice
troviamo una area verde nota col nome di "La riserva
del Castello della Pietra", anche se tale zona non
è tutelata dalle norme vigenti in materia. Tutta la zona
ha una bassa vegetazione caratterizzata da piante bonsai che
hanno acquistato naturalmente tale forma a causa degli elementi
climatici ed ambientali presenti e costituita dall'olivastro,
dal lentisco, dal fico comune; ci sono poi altri vegetali come
il cappero, la palma nana e l'alaterno. Tutta la zona è
prevalentemente rocciosa ed è costituita da un piano
roccioso leggermente inclinato dal quale si snodano vari viottoli.
La zona ha come limiti a nord la collina di Partanna ed il suo
abitato, ad est la valle del Belice e a sud il mare. Nella zona
gli scavi archeologici hanno rilevato i resti del passaggio
di greci, arabi, romani e normanni. A questi ultimi si deve
la costruzione della fortificazioone di difesa, forse dagli
attacchi musulmani, noto con il nome di "Castello di pietra"
e del quale oggi rimangono pochi resti.
La
Valle degli Eremiti è un'altra zona verde e silenziosa
dell'isola che si trova in provincia di Messina. La zona deve
il suo nome dalla collina denominata "Pizzo degli Eremiti"
che a sua volta prende il suo nome dal fatto che svariati religiosi
vi si recavano per trovare la tranquillità adatta per
la meditazione. Nella zona si possono ammirare i resti di un
antico monastero dei Frati Carmelitani, edificato agli inizi
del 1500, delle grotte, i vari forni che si trovano lungo il
letto alluvionale, una gola che offre un bel percorso lungo
quello che una volta era una fiumara, la fiumara Scodella che
termina alle pendici di Pizzo Splingari. La zona comprende anche
un canale irriguo non più attivo, cioè Portella
Femminamorta, la Valle degli Alpini e quella della Santissima,
il Pizzo Leumorto. Tutti questi siti offrono la possibilità
di lunghe passeggiate che danno un bello spettacolo naturalistico.
Il
parco minerario Floristella Grottacalda, in provincia
di Enna, è oggi l'esempio dell'attività di migliaia
di operai e dell'archeologia industriale, nonché concentrazione
di vallate circondate da boschi e caratterizzate dallo acre
odore dello zolfo. Tutta la struttura contenente gli impianti
per la estrazione e la lavorazione dello zolfo, gli alloggi,
gli uffici ed i tre impianti estrattivi di Grottacalda, Floristella
e Gallizzi vogliono testimoniare lo sfruttamento degli operai,
spesso minorenni, che ha contribuito alla rivoluzione industriale
ad un caro prezzo umano.
Sempre
a Floristella si ha il Palazzo Pennisi, antica residenza dei
proprietari e sede degli uffici della miniera, mentre a Gallizzi
si trova la parte più antica della miniera, risalente
al 1700 ed un tempo residenza dei gesuiti.
La
Riserva Naturale Orientata Sambughetti-Campanito rientra
nella provincia di Enna. Quest'area verde comprende una ricca
vegetazione mediterranea composta, ad esempio, da querce, lecci
e roverelle.
La Riserva e' arricchita anche dalla presenza del Monte Sambughetti
(m. 1508) - dove si raccolgono i resti di una faggeta - e da
piccoli laghetti presenti presso il campanito.
La
Riserva Naturale Orientata del Monte Altesina rientra
nella provincia di Enna. Il Monte Algesia (m.1192), "Mons
Aereus" durante l'epoca romana, e' sempre stato un polo
d'attrazione siciliano. La suggestino della localita' e' data
dalla forte presenza di pini, eucalipti, del bosco di lecceta,
nonche' dalla ricca e varia fauna selvatica.
La Riserva si arricchisce ulterirmente grazie alla presenza
di un'area archeologica ed alla vicinanza del Parco Nicoletti.
La
Riserva Orientata del Pino d'Aleppo, in provincia di
Ragusa e precisamente tra Vittoria e Camarina lungo i declivi
collinari che costeggiano il fiume Ippari, è nata sotto
la tutela di legge per proteggere gli ultimi esemplari del Pino
d'Aleppo e i rari esemplari della quercia spinosa, nonché
per ricostruire la pineta nell'arenale a gariga. Anche la fauna
locale presenta splendidi esemplari come l'allocco e la ghiandaia.
Altro
esempio di Riserva Naturalistica Orientata del ragusano è
quella presente nella foce del fiume Irminio, molto ricca
di una folta vegetazione costituita, ad esempio, il ginepro
coccolone, nella fascia dunale della zona, la spina santa insulare,
il lentisco e l'assenzio arbustivo; nelle vicinanze del fiume
si ha una ricca vegetazione igrofila caratterizzata soprattutto
da canne di palude, tamerici e giunchi. La parte più
interessante della riserva è costituita dalla ricca presenza
degli animali, a partire dalla testuggine palustre, i coleotteri,
vari uccelli come l'usignolo e il pendolino.
Tra
gli altri innumerevoli esempi di aree verdi del ragusano occorre
ricordare il tavolato che va dal Monte Lauro verso il Mar Ionio
ed il canale di Sicilia caratterizzato da numerosi corsi d'acqua
che hanno solcato il tenero calcare della zona creando numerose
cave. Tutta la zona ha un alto valore paesaggistico, turistico
e scientifico dovuto alla presenza di una ricca e fitta ripisilva
che corre lungo i fiumi e che dà ospitalità a
varie specie animali come la rara trota macrostigma. La zona
è suddivisibile in varie parti, a partire dalla Valle
del fiume Dirillo, nota in passato per una fitta presenza boschiva
della quale oggi rimane come esempio il tratto finale, nei pressi
dei "Macconi"; la Cava di Bocampello, a nord
di Santa Croce Camerina, caratterizzata da ripide balze e da
una florida vegetazione formata, ad esempio, dal pero selvatico,
l'asparago spinoso e da querce ilex; a sud-ovest di Ragusa c'è
poi la Cava Biddieni o San Paolo con la sua floridissima vegetazione.
Il
fiume Alcantara è uno dei fiumi più importanti
della Sicilia e nasce dalle Nebrodi, scorre verso sud dividendo
il massiccio del vulcano Etna, tocca varie città come
Randazzo e comprese nei territori provinciali di Catania e Messina.
In origine esso sembra un piccolo ruscello, ma quando esso arriva
all'Etna assume un andamento più impetuoso. L'assetto
originario del fiume cambiò in passato a causa dell'attività
del vulcanetto Mojo che ha determinato un notevole cambiamento
non solo nell'andamento del fiume ma anche nello ambiente circostante.
Il contrasto tra la calda valanga di lava fluida scaturita da
questo vulcano ed un costone umido e freddo ha originato il
conseguente raffreddamento della lava e fenomeni di cristallizzazione
della massa fluida con il nascere di forme divisorie della roccia
in prismi perpendicolari.
Il
fiume ha poi contribuito a cambiare la struttura territoriale
attuando la sua azione di erosione delle rocce andando così
a costituire le famose gole presenti nella zona. Le gole, il
corpo idrico e buona parte della vallata costituiscono evidentemente
un complesso naturalistico di certo valore che è stato
riconosciuto ulteriormente con l'intervento legislativo e la
conseguente istituzione della Riserva naturale orientata che
offre magnifici esempi di flora e fauna davvero attrattivi.
Grazie alla struttura morfologica della zona si possono trovare
in questa riserva numerosi esempi di agrumeti,vigneti, boschi
di querce ed innumerevoli specie di fiori come varie specie
di ginestra, la macchia mediterranea costituita da papaveri,
mirti, terebindi, oleandri.
Gli esempi di animali, come i rapaci e migratori, sono altrettanto
numerosi, a partire dal raro Gatto selvatico, il falco pellegrino,
i piccoli rapaci notturni come le civette e gli allocchi.
Il
parco delle Madonie presenta degli spettacoli naturalistici
davvero interessanti e divisibili in più itinerari turistici
che consentono delle vere e proprie immersioni nelle oasi verdi
isolane, delle passeggiate rigeneranti e la visione delle vette
delle Madonie e dei ricchi boschi presenti nella zona.
In
provincia di Palermo, in direzione per Polizzi Generosa,
si trovano bei paesaggi naturalistici comprendenti macchie di
vegetazione mediterranea, lo sperone del Monte Fanusi e a sud-est
si hanno delle splendide vedute della Valle dell'Imera settentrionale.
Tutta la zona è ricchissima di insediamenti rurali pieni
di reperti come mulini e torri che testimoniano secoli di storia
rurale. Le varie masserie qui presenti contribuiscono a questa
testimonianza storica.
Continuando
in questa escursione si può ammirare il sito naturalistico
della Padella che offre la possibilità di ammirare
degli spettacoli montani superbi come quelli donati dall'anfiteatro
della Quacella che si è creato in maniera naturale
a causa del disfacimento delle rocce che compongono il massiccio
del Monte Quacella, un massiccio che offre vari ambienti come
le rupi ed i pianori e delle espressioni vegetali pittoresche,
il Vallone Madonna degli Angeli contenente poche piante
del rarissimo Abete dei Nebrodi, la Rocca di Sciara,
la geomorfologica struttura del massiccio dei Cervi con i suoi
faggi e lecci, nonché itinerari turistici come l'antica
Valle dei Mulini denominata "Flomaria Molendinorum"
comprendente circa 15 edifici quasi intatti nella loro struttura
architettonica e nel loro funzionamento ed il Marcato Russo
comprendente numerosi pagliai e luoghi di ristoro e di caseificazione
effettuata seguendo l'antica tradizione agricola. Questo
itinerario offre la possibilità di ammirare un bel giardino
botanico.
Rientra
in questo primo itinerario delle Madonie anche un sito importante
per le sue espressioni naturalistiche come una spianata ricca
di lecci ed un bosco di querce ed il complesso architettonico
denominato "Le case Munciarrati", una masseria
ottocentesca comprendente tre corti, un vero e proprio fortilizio
immerso nelle Madonie.
Un
altro sito naturalistico notevole è quello compreso tra
le Madonie ed il Monte San Calogero e le vallate create dai
fiumi Imera settentrionale, Torto e San Leonardo, zona compresa
sempre nel territorio provinciale palermitano.
La zona citata comprende cittadine storiche come Himera
ed altri comuni dello entroterra palermitano come Caccamo, Termini
Imerese, Roccapalumba e Montemaggiore, ma
anche zone naturalistiche di un certo valore. Tra queste ultime
occorre innanzitutto citare la Diga Rosamarina presente sul
fiume San Leonardo, costruzione che crea una zona d'acqua incastonata
tra la Riserva naturale di Pizzo Cane e Pizzo Trigna e la riserva
naturale del Monte San Calogero.
C'è
poi la Riserva naturale orientata di Bosco della Favara
e Bosco Granza, una vasta riserva contenente vari alberi
a partire dalle querce da sughero, dai lecci nonché varie
specie arbustive come il biancospino e la peonia. La zona è
ricca anche di espressioni animali come la volpe e la martora,
i rettili biacco e ramarro, anfibi ed uccelli.
Altra
Riserva presente nella zona è quella naturale orientata
del Monte San Calogero, il massiccio montuoso che si
erge sul Golfo di Termini Imerese.
La riserva è molto variegata e presenta vari assetti
rocciosi come gli affioramenti calcarei, una vegetazione diversa
in base al terreno ed all'altitudine composta, ad esempio, la
già citata quercia da sughero, il pero mandorlino e la
ginestra spinosa ed un'espressione animale molto ricca composta,
ad esempio, dal falco pellegrino e la poiana.
Anche
la zona dei Monti Sicani, sempre in provincia di Palermo, offre
dei siti naturalistici davvero interessanti, nonchè un
centro abitato già a partire dall'ottavo secolo A.C.
dai Sicani respinti in queste zone dalla fase di ellenizzazione
sempre più crescente. La zona è molto ricca di
laghi, a partire dal lago di Prizzi arricchito da un
bel querceto e vicino la Montagna dei Cavalli, continuando
per il lago di Pian del Leone, luogo di sosta per gli uccelli
migratori ed il lago Fanaco, molto frequentato da varie specie
animali, soprattutto anatidi.
Da
non scordare sono le riserve qui presenti, a partire dalla Riserva
Naturale di Monte Carcaci, una vera e propria oasi verde
caratteristica per le sue piante endemiche e falconiformi.
La
Riserva Naturale di Monte Genuardo si trova all'interno
dei Monti Sicani ed è importante non solo per la ricca
vegetazione garantita dal manto boschivo e dal ricco sottobosco
e dalla presenza di rari rapaci e mammiferi come la martora,
ma anche per l'Abbazia di Santa Maria del Bosco costruita intorno
alla fine del 1500 e l'inizio del 1600 e costituita da due grandi
chiostri ed una chiesa a croce latina ed ad unica navata della
quale rimangono ancora dei resti come la facciata e la cupola;
il tutto è completato da alcuni edifici che circondano
queste vaste costruzioni.
La
Riserva Naturale Orientata Bagni di Cefalà Diana e
Pizzo Chiaristella, nel palermitano, è nota soprattutto
perché contiene le terme arabe, un antico impianto
in cui, in epoca normanna, è stata aggiunta una volta
a botte con sfiatatoi e tre archi ogivali.
Sempre
nel palermitano si ha la Riserva Naturale di Pizzo Cane,
Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto è una delle più
estese della provincia e presenta un territorio abbastanza inaccessibile
in cui sono custoditi una ricca boscaglia costituita ad esempio
dal leccio all'acero campestre, vari arbusti come il pungitopo
ed il cisto e, purtroppo, i sempre più rari rapaci come
l'aquila ed il nibbio reali ed il capovaccaio.
Altra
riserva palermitana è quella delle Serre di Ciminnà
contenente luoghi incontaminati e dall'alto valore scientifico
che offre la possibilità di studiare la geologia siciliana
del Miocene e che ha consentito la costituzione della Riserva
stessa. Si deve ricordare la forte presenza vegetale della zona
caratterizzata dai pulvini di Euforbia arborescente e da erbacee
da fiore e la ricca fauna rappresentata da numerosi uccelli
e mammiferi.
La
Riserva naturale Integrale Grotta di Carburangeli è
presente sempre nel già plurinominato territorio provinciale
di Palermo ed essa merita d'esser citata come notevole esempio
del carsismo sotterraneo siciliano. Il lavoro di erosione dell'acqua
marina è stato lento ma costante nel corso di milioni
di anni ed ha prodotto rari esempi di stalattiti e stalagmiti.
La particolarità della zona è data anche dalla
presenza di una rara colonia di pipistrelli che ha determinato
il grosso interesse scientifico dato alla Riserva.
Ulteriore
esempio di Riserva Naturale Orientata della zona è quella
di Capo Rama, una scogliera che racchiude parte del Golfo
di Castellammare e quello di Terrasini. La suggestione e gli
elementi pittoreschi della Riserva sono dati dalla policromia
dei faraglioni e dalla morfologia frastagliata della costa,
effetti visibili soprattutto dal mare. Sulla terraferma colpiscono
invece la ricca vegetazione erbacea ed arbustiva che si è
saputa integrare con il difficile territorio e costituita prevalentemente
dal Pomo di Sodoma, dall'abbondante presenza della palma nana
e da altre specie vegetative.
La
Riserva Naturale Integrale Geologica di Contrada Scaleri
ricade nel territorio provinciale di Caltanissetta ed è
suddivisa in due zone, la prima destinata a scopi prevalentemente
scientifici ed una seconda di pre-riserva. La zona ha un suo
valore scientifico perchè consente lo studio delle evoluzioni
delle morfologie carsistiche superficiali situate i rocce gassose.
Sempre
nel territorio provinciale di Caltanissetta ricade la Riserva
Naturale Integrale Lago Sfondato, lago d'origine carsistica
situato alle pendici del Monte Pestichino determinato dal crollo
dei bacini di gesso presenti nella zona e tipico esempio di
bacino chiuso. Tutta la Riserva ha un notevole interesse geologico
per la forte presenza di rocce gessoso-solfifere, ma anche un
forte interesse naturalistico-vegetativo determinato dalla diffusa
presenza di orchidee , da rappresentazioni erbacee ed arbistive.
Ultima
parte naturalistica della zona che merita certamente la menzione
è quella che riguarda il Lago Soprano che offre
vari habitat naturali caratterizzati ognuno da una fauna specifica.
Tra gli innumerevoli anatidi del sito naturalistico occorre
citare la presenza numerosa del Moriglione. Ci sono poi le folaghe
e numerosi linicoli come la pantana presenti nelle zone fangose
del lago. Come specie di vegetazione lacustre ricordiamo la
Cannuccia di palude.
I
Monti
Nebrodi si estendono lungo la costa tirrenica isolana
con le loro vette notevoli e con i loro fitti boschi. Essi sono
delimitati geograficamente a sud da una parte del Simeto che
li separa dagli Erei e dall'Etna, ad ovest dal solco della Pollina
e dalla sella di Gangi che li separa dalle Madonie ed ad est
dalla fiumara di Novara Sicilia da dove iniziano i Peloritani.
Tutto il complesso montuoso riguarda tre province isolane, Messina,
Enna e Catania.
I
21 comuni che ricadono in questo territorio paesaggistico suggestivo
hanno mantenuto i loro tratti originari, esempio di antiche
fortificazioni e caratteristici casali, evento favorito dalla
natura stessa della zona e che contribuisce all'aumento del
fascino locale, fonte d'attrazione turistica. Lo spettacolo
naturalistico qui presente è notevole e comprende non
solo la bellezza del sito montuoso ricco di vette, laghi e valli,
ma anche una ricchissima vegetazione di faggi, lecci, pini,
aceri, l'oleandro in via d'estinzione, il castagno introdotto
dall'uomo in sostituzione di boschi preesistenti e quant'altro
oggi tutelato a norma di legge con la creazione del Parco Naturale
Regionale delle Nebrodi.
Esso
comprende, oltre alla già citata ricca vegetazione, anche
una notevole risorsa d'acqua costituita da varie sorgenti come
quella di Serra del Re, fiumi, torrenti e laghi. Si ha anche
una ricca presenza animale costituita da testuggini, istrici,
merli, sparvieri, falchi pellegrini, civette, nonchè
branchi di cavalli ed il suino nero, simile al cinghiale ed
allevato allo stato brado. La vasta zona qui citata offre innumerevoli
possibilità turistiche, a partire dai Paesi che devono
la loro origine dalla decadenza della colonizzazione ellenistica
che portò gli abitanti della zona a ritirarsi nell'entroterra
seguendo i corsi d'acqua.
In
epoca medievale gli insediamenti urbani subirono ulteriori cambiamenti
dettati da motivi di sicurezza e ragioni economiche, motivazioni
che portarono all'origine di numerosi casali che a loro volta
dipendevano dalle città fortificate, i "castrum",
sorti a tutela del territorio. Delle antiche città fortificate
oggi rimangono notevoli reperti e ruderi che contribuiscono
al valore turistico della zona. Gli odierni comuni presenti
nel comprensorio contribuiscono ad aumentare il valore storico
e turistico con le loro tradizioni ed aspetti paesaggistici
ed artistici; tra essi si possono citare Ficarra, San Fratello,
Montalbano Elicona, S. Marco D'Alunzio, Mistretta, Roccella
Valdemone. Tutta la zona è arricchita dalle grosse possibilità
di effettuare vari itinerari turistici riguardanti non solo
le città storiche e quelle di più recente istituzione
già in parte citate, ma soprattutto le zone verdi del
Parco.
La
zona riguardante il Lago
di Pergusa, nel territorio provinciale ennese, in passato
aveva una superficie più vasta ed una ricchissima presenza
di animali oggi purtroppo sempre più rari. Il periodo
di decadenza della zona ha, purtroppo, origini molto antiche
visto che con l'arrivo dei Romani iniziò una distruttiva
opera di disboscamento. Il declino è stato costante nel
corso dei secoli, quando la zona ha visto la creazione di pascoli
latifondisti e campi di frumento, elementi che hanno contribuito
all'erosione ed al dilavamento della zona. La situazione è
degenerata negli ultimi 30-40 anni. Quel che resta dell'antico
splendore naturalistico della zona lo si deve all'attento lavoro
di recupero e di mantenimento delle associazioni ambientalistiche
e protezionistiche che hanno fatto interdire la caccia ed il
prelievo d'acqua per la città, il tiro a piattello, l'uso
incontrollato del lago come deposito di spazzatura. La zona
intorno al lago non è importante solo per l'aspetto naturalistico,
ma anche dal punto di vista storico.
Sul
Monte Cozzo Matrice, una delle cime che controllano il lago,
sono stati trovati, infatti, i resti di una necropoli e dei
reperti riguardanti un'acropoli.
Nei
pressi del paesino di Sperlinga,
noto per il suo Castello e sempre nel territorio provinciale
di Enna, si trova un fitto bosco che prende il nome dal paese
vicino e prevede il corso del fiume Salso denominato lago salato
a causa del suo passaggio su alcuni depositi di sale dell'altopiano
gessoso-solfifero, dei querceti molto spesso secolari ed una
fauna appenninica composta, ad esempio dalla martora e dal gatto
selvatico.
La
cima più alta dei Monti
Erei è il Monte Altesina, presente sempre nella
provincia di Enna, Monte dal quale parte il fiume Dittaino,
ricco di reperti archeologici e regno incontrastato della natura
con una grossa presenza di roveri, lecci, roverelli, pini domestici,
eucalipti, pioppi e perastri, nonchè tratti di macchia
mediterranea. Questo è il posto ideale per la fauna appenninica,
tipica espressione vitale che trova nei querceti un proprio
habitat.
Altra
espressione naturalistica della zone è il Vallone di
Piano della Corte ricavato dalle acque piovane in quest'area
dove regna lo spuntone calcareo del Monte Fronte. La zona risente
notevolmente dell'attività piovana che ne determina la
quantità d'acqua presente. Lo scenario è suggestivo
grazie alla presenza di canyon naturali che determinano il corso
del torrente e dalla vegetazione costituita soprattutto da piante
fanerofite ed emicrittofite.
La
Riserva Naturale Integrata della foce del Fiume Belice
è stata istituita nel 1984 e va a preservare una zona,
se è concessa l'espressione, in "via d'estinzione",
cioè uno dei sempre più rari lembi "africani"
ricchi di dune e tratti fociari presenti nella zona più
meridionale della Sicilia e che un tempo erano più frequenti.
La bellezza della zona consiste nel suo valore paesaggistico
e storico notevole che ancora sa resistere all'intervento nocivo
quanto costante dell'uomo.
La
zona compresa dalla Riserva s'estende da Marinella di Selinunte
a Porto Palo e prevede due costiere, una ricca zona fociale
ed una vegetazione palustre sempre più rara. La zona
è soggetta all'azione spesso violenta dei venti ed è
caratterizzata da un clima sub-tropicale, ma presenta anche
una vegetazione caratteristica comprendente erbe striscianti,
cespugli e fiori particolari come il giglio marino, piante dai
fiori molto profumati come lo zigolo ed altre espressioni vegetative
come le imponenti acacie ed il giallo papavero cornuto. Anche
la popolazione faunistica è molto ricca e comprende numerosissimi
uccelli come gli aironi cinerini, i martin pescatori, le ghiandaie
marine, vari antropodi, rettili ed anche le tartarughe marine
che depositano qui le proprie uova.
Nel
territorio provinciale agrigentino si trovano altre oasi verdi
oltre a quelle già citate, a partire dalla piccola ma
suggestiva zona del piccolo lago Gorgo, vicino l'abitato
di Montallegro. Le dimensioni della zona nonchè la vegetazione
palustre non sono notevoli, ma tale lago merita la menzione
come vero e proprio paradiso ornitologico. La presenza animale
è garantita dalla ricchezza biologica della zona. Vista
la ricchezza animale della zona, il WWF e LIPU sono intervenuti
in difesa dell'ambiente dagli attacchi nocivi ed incontrollati
dei bracconieri.
Nella
provincia di Enna si ha una forte presenza boschiva costituita,
ad esempio dal Bosco di Rossomanno che si trova tra Aidone
e Piazza Armerina, e caratterizzato da una forte presenza di
eucalipti, pini. C'è poi il Bosco della Baronessa,
di proprietà del demanio pubblico, e il Vallone Strazzavertole
ricco di querce e lecci solo nella parte superiore perchè
un rovinoso incendio ha eliminato la sua parte inferiore. Questi
cenni fanno capire come questa provincia può offrire
spazi verdi adatti alla fruizione pubblica.
Il
complesso "Grotte della Gulfa" si trova a poca
distanza dalla citta' di Alia (Pa). Sono degli ambienti collegati
fra loro, disposti ad elevazioni diversi e scavati nella calcarite
di un costone roccioso. Fino a qualche anno fa il complesso
era utilizzato dai contadini locali come magazzino.
La particolarita' di queste grotte e' il "Tholos",
un ambiente circolare molto ampio e dalla forma scampanata sulla
cui origine si sta ancora discutendo. Pare che sia stato edificato
antecedentemente alle grotte che invece hanno un'origine medievale.
Il
Parco Naturale della Montagna Grande e' il vero gioiello
naturalistico di Pantelleria. Esso e' composto in massima parte
da pini e lecci. Tutta la flora isolana, comunque, e' interessante
ed e' composta principalmente da arbusti come l'erica multiforme,
il ficodindia, la ginestra selvatica, il lentisco, la garica,
la steppa mediterranea di natura prevalentemente erbacea costituita,
ad esempio, dalle graminacee.
AREE
ATTREZZATE DEMANIALI SICILIANE
PALERMO
Un
capitolo a parte meritano le innumerevoli aree attrezzate
demaniali siciliane presenti in tutte e nove le province
e che vanno ad arricchire gli spazi verdi isolani qui già
citati.
Partendo
dal capoluogo di regione Palermo, si può iniziare questo
itinerario verde dall'area attrezzata di Casaboli, ricca
di pini domestici e d'Aleppo, di lecci nel sottobosco, di cespugli
di euforbia nana ed altre espressioni della macchia mediterranea.
C'è poi da considerare la forte presenza della fauna
selvatica costituita, ad esempio, dal coniglio selvatico e da
vari passeriformi. Qui siamo in prossimità del Monte
Gibilmesi e di altre cime basse della famosa Conca d'oro.
L'area
attrezzata palermitana Renda-Aglisotto
è il frutto di un rimboschimento di pini mediterranei,
delle canarie e neri, cipressi, lecci ed aceri.
La zona non è molto estesa o molto frequentata, ma offre
sicuramente una suggestione davvero unica che sa attrarre gli
amanti della natura.
L'area
attrezzata palermitana Monte Gradara offre un itinerario
di circa tre chilometri di paesaggi altomontani nonchè
un bosco costituito principalmente da pini e cipressi. Quest'area,
come la precedente, è una delle zone più tranquille
perchè discretamente lontana da eventuali fonti di disturbo.
L'area
boschiva di Montagna Longa - Santa Venera
presenta un'altra oasi verde palermitana caratterizzata dalla
forte presenza di imponenti pini ed un'area attrezzata posta
su di una zona pianeggiante.
L'area
attrezzata Santa Caterina,
presente nell'omonimo complesso boschivo, è ubicata a
circa 900 metri dal livello del mare va ricordata soprattutto
per la prevalenza di pini mediterranei e per uno spettacolare
punto panoramico dal quale si può ammirare Monte Cammarata
e la Diga del lago Fanaco.
Infine
ricordiamo l'area attrezzata palermitana immersa nel cuore delle
Madonie, di proprietà dell'Azienda Foreste e situata
nella zona di Piano Zucchi.
Tutta l'area è molto ricca di pini neri, cipressi, lecci,
roverelle ed aceri ed è frequentata in inverno dagli
amanti della neve ed in estate dai ricercatori di oasi verdi
dal clima frescoso.
TRAPANI
Tra
le aree attrezzate della provincia di Trapani occorre innanzitutto
citare quella ricreata nei pressi del Distaccamento Forestale
di Erice e alla quale è stato dato il nome di Erice
Vetta. Qui si ha la possibilità di immergersi in
un bosco naturale costituito principalmente da leccio e roverella,
ma anche di fare un tuffo nella storia isolana dirigendosi presso
il vicino Comune di Erice.
Altra
bella area attrezzata presente nelle vicinanze è quella
ricavata nel complesso boscato denominato "Monte Erice".
Qui si ha la presenza di pini mediterranei, eucalipti e specie
quercine che pian piano si sostituiranno ai pini per la riconversione
colturale. In quest'area si ha anche la presenza di un lago
artificiale dove si trovano anatre ed oche, varie specie animali
come caprette tibetane e daini ed anche un parco giochi per
bambini.
L'area
attrezzata Finestrelle è degna di nota non solo
perchè consente, come le altre aree attrezzate, la fruizione
del bosco, ma anche perchè offre la possibilità
di visitare un piccolo Museo Agro-Forestale visitabile previo
accordo con il locale distaccamento Forestale.
Infine
ricordiamo l'area attrezzata situata nel complesso boscato "Inici".
Sfortunatamente parte l'originaria estensione del bosco in prevalenza
costituito da pini mediterranei è stato ridimensionato
dall'intervento nefasto del fuoco. La zona va ricordata, inoltre,
per la possibilità di ammirare un bel panorama che comprende
una zona costiera che va da Castellammare a Balestrate.
AGRIGENTO
L'itinerario
delle aree attrezzate agrigentine comprende impianti forestali
a conifere, complessi boscati naturali e superfici boscate miste
e deve iniziare con l'area boschiva di Monte Cammarata
che offre la possibilità di effettuare numerose escursioni
a contatto con un ambiente naturale davvero unico nel suo genere
e dove si ha la possibilità di ammirare un bel bosco
costituito principalmente da conifere che pian piano stanno
cedendo il passo alle latifoglie.
L'area
attrezzata "Monte Sara" presenta un manto boschivo
caratterizzato soprattutto da pini mediterranei e cipressi e
dalla palma nana naturale. Tutta l'area comprende una superficie
di circa quattro ettari di terreno boscato che ha contribuito,
divenendo meta turistica, a far conoscere e meglio apprezzare
il mondo della natura.
Il
Lago Arancio dà il nome anche al bosco presente
nella zona e dove è stata costituita un'area attrezzata
davvero unica nel suo genere che colpisce soprattutto per il
bel panorama sul bosco di pini ed eucalipti e sul bacino.
CALTANISSETTA
La
provincia di Caltanissetta offre in tutto quattro aree attrezzate
poste nei boschi più rappresentativi del territorio provinciale.
Si
inizia questo giro con il Parco Attrezzato Comunelli
che prevede la presenza di eucalipti e pini mediterranei e la
possibilità di ammirare la Diga del Comunelli, poco distante.
L'area
attrezzata di Alzacuda offre la possibilità di
numerose escursioni da effettuarsi in un dedalo di sentieri
e di immergersi nell'eucalipteto tipico della provincia nissena.
L'area
attrezzata di Raffo Rosso si trova immersa nel bosco
omonimo prevede una discreta estensione di eucalipti e la consueta
possibilità di effettuare le escursioni naturalistiche
lungo i sentieri previsti.
Infine
occorre menzionare la quarta ed ultima area attrezzata nissena
presente all'interno del bosco demaniale di Mustogarufi,
principalmente costituito da eucalipti e pini mediterranei.
Essa va ricordata come l'area attrezzata nissena certamente
più frequentata.
CATANIA
La
provincia catanese comprende boschi per una superficie totale
di oltre 48.000 ettari dove sono state create delle aree attrezzate
attorno il famoso vulcano e quindi rappresentative della vegetazione
etnea costituita in prevalenza da conifere e latifoglie.
La
prima area attrezzata da citare è inserita in quella
demaniale di Monte Boiardo. Il paesaggio boschivo della
zona è assolutamente variegato e comprende una forte
predominanza di roverelle intervallata da pioppi, aceri, pini...
L'area è fortemente visitata nel periodo estivo, frequenza
che diventa motivo di vanto per il Corpo Forestale Regionale.
Il
Demanio Forestale Flascio comprende al suo interno l'area attrezzata
Camisa comprendente a sua volta un bel bosco costituito
prevalentemente da pioppi, cipressi, pini e roverelle ed un
sottobosco davvero pittoresco costituito da fiori multicolore
come i ciclamini, i cisti e le ginestre. Come per le altre aree,
anche qui l'ingresso con le autovetture non è consentito,
ma gli amanti della natura non possono fare a meno di apprezzare
la quiete tipica della zona e la possibilità di immergersi
nel mondo naturale. I visitatori possono non solo effettuare
le classiche escursioni tra le varie espressioni vegetative
presenti, ma hanno anche la possibilità di effettuare
delle visite nel versante sud-ovest dei Monti Nebrodi e nel
Lago Trearie, visto che l'area attrezzata si trova all'interno
del territorio del già citato Parco delle Nebrodi.
Il
Demanio Granvilla comprende un'ulteriore area attrezzata
catanese nota per la sua copertura forestale costituita da pini,
cipressi ed eucalipti ed un sottobosco la cui vegetazione presenta
soprattutto rovi ed asparagi selvatici.
L'ultima
area attrezzata catanese da ricordare è presente in una
zona da dove si possono ammirare i ruderi di Case Montagna e
nelle vicinanze del ponte sul torrente o Vallone Eremita. Il
bosco Di Ganzaria che accoglie l'area offre la possibilità
di effettuare delle escursioni a piedi lungo i sentieri previsti
nella sua estensione. La copertura arborea della zona è
prevalentemente composta da pini mediterranei, roverella, cipressi,
eucalipti, sugheri e perastri, nonchè da un ricco sottobosco
comprendente ginestre spinose, cisti ed una numerosa presenza
di varie specie di orchidee selvatiche.
ENNA
Il
territorio ennese comprende una superficie boscata prevalentemente
artificiale con degli impianti costruiti principalmente per
scopi produttivi. Le aree attrezzate qui presenti sono relativamente
poche.
Il
giro turistico in queste oasi verdi può iniziare dall'Area
Attrezzata Ronza caratterizzata da pini, eucalipti e robinie
e da una ricca presenza faunistica costituita, ad esempio, da
varie specie di uccelli, daini e cinghiali. Qui la struttura
ricettiva è simile a quella delle altre aree attrezzate
isolane, ma tutta la zona ha il privilegio di essere quella
maggiormente frequentata in senso assoluto in tutta l'isola.
Per
raggiungere l'area attrezzata Selsa Perugina si deve
inizialmente percorrere un boschetto di pini e cipressi per
poi immergersi in una vera e propria oasi che dà la possibilità
di ammirare la zona adiacente al già citato lago di Pergusa
ed un allevamento di daini e caprette tibetane. L'area è
stata ricreata in una posizione sopra elevata rispetto alla
strada ed offre la possibilità di effettuare delle escursioni
in un luogo ombroso e molto ricco di fascino.
Ultima
area attrezzata presente nel territorio provinciale ennese è
l'Area del Casale alla quale si può accedere attraversando
un itinerario che attraversa territori altomontani ricchi di
cave scavate nella roccia, un querceto purtroppo danneggiato
in passato dal fuoco ma che sta riprendendo il suo originario
spazio ed un eucalipteto. L'area in questione permette ai suoi
visitatori di poter ammirare una coltivazione sperimentale costituita
da noce di legno, castagno ed alcune varietà di ciliegio.
MESSINA
La
provincia di Messina offre ai suoi visitatori uno spettacolo
naturale molto suggestivo costituito in prevalenza dai Monti
Nebrodi con la loro forte presenza di boschi secolari di faggio
e cerro e dai Monti Peloritani con suoli più giovani
e le rinomate pinete costituite soprattutto da pini domestici
e castagneti. Quest'ultima zona è senza ombra di dubbio
la più frequentata.
L'itinerario può partire dalle varie aree attrezzate
ricreate nel territorio demaniale dei Peloritani.
La
prima area attrezzata rientrante in questo itinerario è
stata creata attorno alla Chiesetta montana dedicata alla Madonna
di Camaro, denominata semplicemente "Madonnuzza".
Il pregevole aspetto della zona, molto frequentata soprattutto
nel periodo estivo, è costituito principalmente dalla
copertura vegetale formata in prevalenza da roverella, pini
e castagneti.
Seconda
area attrezzata presente nella zona è quella denominata
Crupi, la prima, piccola area ricreata in questo contesto
e nota al pubblico degli interessati soprattutto per la presenza
di una discreta pineta e per le sue strutture ricettive. Data
la suggestione del posto, si sta pensando ad un suo ampliamento
per consentire una maggiore fruibilità del bosco.
Terza
area della zona è il Pantano, una zona demaniale
ubicata sottostrada conosciuta soprattutto per la copertura
arborea costituita da pini domestici ed eucalitti. La zona è
percorribile solamente a piedi.
Altra
area attrezzata presente nei Peloritani è il Camaro,
costituita al posto di una antico vivaio forestale e su di una
posizione panoramica davvero invidiabile. Qui si ha la forte
presenza di pini domestici ed acacie e la vicinanza con una
seconda area, considerata una vera espansione della prima, costituita
nel territorio demaniale confinante con la Foresta Vecchia di
Camaro, un bosco naturale sicuramente più antico di tutto
il complesso montuoso e costituito prevalentemente da quercine
e conifere mediterranee.
Ultima
area attrezzata presente nel complesso montuoso dei Peloritani
che merita la menzione è certamente quella denominata
"Erbe Verdi" dove si possono ammirare varie
espressioni di pini mediterranei, come ad esempio i pini marittimi,
ed i pini neri, presenza immancabile delle zone montane.
Ci
sono altre aree attrezzate messinesi degne di nota, a partire
da quella vicina al Demanio Forestale Savoca e denominata Cavagna.
Per arrivarci occorre attraversare un suggestivo quanto bello
bosco di querce e castagni. La suggestione della zona è
data dalla possibilità di poter ammirare il versante
sud-est del torrente Misitano, il boscato vicino, nonchè
un bel paesaggio che comprende anche una splendida veduta sull'Etna.
Il posto offre anche la possibilità di raccogliere funghi
porcini.
Ricordiamo
poi l'area attrezzata Piano Margi arricchita dalla presenza
di pini mediterranei misti a ceppaie di castagno, un laghetto
collinare artificiale e dalla presenza del "Castello di
Margi", una roccia affiorante sommitale.
RAGUSA
Anche
la provincia di Ragusa offre delle discrete aree attrezzate
che danno la possibilità di immergersi negli impianti
boschivi alternati con i tipici muri a secco, segno caratteristico
della zona.
La
prima area attrezzata che occorre ricordare è quella
di Calaforno nota per la caratteristica presenza di pini
mediterranei e platani orientali, per la presenza faunistica
rappresentata da cervi e cinghiali allevati a scopo sperimentale
e del Vecchio caseggiato, il Mulino ad acqua, oggi acquisito
ed in parte ristrutturato dalla Forestale.
Altra
area attrezzata Ragusana è presente nel Bosco Arcibressi
alla quale si accede seguendo un'arteria montana dalla ricca
presenza arborea. Tale area è stata realizzata su diversi
gradoni ed offre, oltre alle consuete aree ricettive e la possibilità
di immergersi nel verde per tutto l'anno, anche la possibilità
di ammirare tutta la vallata sottostante, l'area faunistica
costituita da daini, caprette tibetane e varie specie di uccelli
ed anche un lago che consente l'allevamento di oche ed anatre
germanate.
Ricordiamo
infine l'area attrezzata Canalazzo situata nel bosco
omonimo ricco di varie quercine e alle conifere che pian piano
stanno cedendo il passo alle querce, ed in particolare al leccio
ed alla roverella. Nella zona è presente anche un antico
Mulino costituito da vari corpi di fabbrica, struttura che attualmente
sta subendo delle ristrutturazioni da parte della Forestale.
Per
completare degnamente questo itinerario delle oasi verdi, parchi
naturali, Riserve Orientate, Parchi ed Aree Attrezzate occorre
dare qualche cenno ad alcuni siti naturalistici presenti nella
provincia di Trapani e precedentemente non citati.
Questo
lembo siciliano è chiuso a nord da vari massicci calcarei
che offrono alla zona una differenziazione paesaggistica e naturalistica
dando il suggestivo contrasto tra le coste e queste quinte naturali.
Già precedentemente sono state citate le Riserve naturali
di Grotta Ninfa, delle Saline, del Castello di
Pietra, ed anche l'itinerario comprendente l'arcipelago
delle Egadi.
In
questo contesto non si può fare a meno di parlare di
un itinerario dei Golfi presenti nella zona.
Lasciando
Trapani ed inoltrandosi verso la Piana di Bonagia si possono
ammirare il possente Monte Cofano, che in parte limita il Golfo
di Bonagia, e le rupi di Capo San Vito. In questa zona si possono
ispezionare il Monte Bufara, Custonaci, la Grotta Mangiapane
e l'impegnativo ma suggestivo sentiero che conduce al Monte
Cofano dal quale si possono ammirare i golfi sottostanti. La
bellezza del luogo è aumentata dalla ricca flora con
molte espressioni endemiche e rare, dalle piante rupestri presenti,
dalle palme nane presenti alle pendici del rilievo.
La
ricchezza dell'ambiente trapanese è costituita anche
dal Golfo del Cofano, dal Picco roccioso di Monte Monaco presente
a San Vito Lo Capo -un picco che va a strapiombo sul mare-,
il Golfo di Castellammare, una delle più interessanti
insenature isolane noto anche per la caratteristica presenza
del tratto costiero dello Zingaro.
Altri
cenni meriterebbero le Riserve Orientate e gli spettacoli naturalistici
presenti nell'arcipelago delle Egadi, ma di questo si parlerà
accuratamente nell'itinerario dedicato alle isole minori presenti
lungo le coste isolane.